Marcela Szurkalo: la danza e un mondo d’immagini
Marcela Szurkalo “artista poliedrica” come scrive di sé nel suo curriculum, è effettivamente un’artista che utilizzando diversi linguaggi artistici, dalla danza, al canto, alle arti figurative, riesce ad esprimere come il movimento del suono può diventare percezione della linea.
Non entrando nello specifico della sua originaria passione per la danza a cui ha dedicato tutta la sua vita artistica e il cui curriculum di tutto rispetto ne definisce la sua identità professionale, si vuole in questa sede approfondire l’aspetto relativamente più recente di questa ricerca, nel campo delle arti figurative.
L’approccio ad una dimensione pittorica strettamente connesso al movimento del corpo avviene nel 2014, quando dopo essersi stabilita a Roma dieci anni prima, inizia una ricerca espressiva che coniughi il movimento corporeo della danzatrice alla tracciabilità dello stesso sulla superficie di una tela o di un supporto cartaceo. Nascono così le prime opere che diventeranno “performance” durante alcuni dei suoi spettacoli.
In un gruppo di tempere su carta risalente agli anni 2014/2015, in cui le diverse sfumature e fusioni tonali sono accentuate da brillanti effetti luministici Il Primo (Fig. 1) e la serie Senza titolo (Figg. 2, 3, 4, 5, 6, 7) è già in nuce una ricerca sul colore utilizzando la nota tecnica del “Dripping”. In essi attraverso l’utilizzo del corpo usato come un pennello sul colore precedentemente fatto “sgocciolare” dalle mani, l’artista realizza in una totale immersione nella materia, un’esperienza di “Body art”.
Figura 7 – Senza titolo – Tempera su carta cm 150×160 – Ottobre 2016
Successivamente l’esperienza viene ripetuta durante gli spettacoli; nasce così Untitled (Fig.8) dipinto a Febbraio del 2016 e Reazione (fig.9) del Settembre dello stesso anno. Ancora in queste opere la partecipazione totale del corpo sui colori “gettati” o “sgocciolati” permette di ottenere nella stratificazione della materia un effetto sensoriale di spazio. Immagini senza forme definite sono un richiamo evidente alla corrente dell’Astrattismo Informale, che ritorna anche nell’altra opera performativa del 2017 dal titolo El cuerpo – immigración (Fig. 10), realizzata nello spettacolo “El cuerpo, una vida de imágenes”. In essa una ragnatela di grumi colorati e sottili filamenti di luce emergono sulle splendide gradazioni tonali di verde, forse note di voce che accompagnano le poetiche parole di un celebre tango: “Así se baila el tango /Sintiendo en la cara /la sangre que sube / a cada compás /mientras el brazo /como un serpiente/se enrosca en el talle/ que se va a quebrar. Así se baila el tango/mezclando el aliento /cerrando los ojos/pa’escuchar mejor/como los violines/le cuentan al fueye/porqué desde esa noche/Malena no cantó”. ( Nota 1)
Figura 8 – Untitled -Tempera su carta cm 150×161
Spettacolo “El cuerpo, una vida de imágenes” 27 Febbraio 2016
Nota 1 – Elizardo Martínez Vilas, Así se baila el tango, 1943
Figura 9 – Reazione – tempera su carta cm 150×140 – Settembre 2016
Figura 10 – El cuerpo, inmigración- Tempera su carta cm 150×174
Spettacolo “El cuerpo, una vida de imágenes” 05 Aprile 2016
I pieni coloristici presenti in queste opere, lasciano lentamente il passo, nei dipinti successivi, ad una predominanza del “segno” sul colore. In él (Fig.11) realizzato nel 2017, il fondo bianco del supporto cartaceo è percorso da strisce zigrinate nere realizzate con piccoli segni pittografici e macchie tonali, alternate a tracce di colore verde e rosso che imprimono sulla carta il titolo del quadro. Titolo che nasconde anche un richiamo più profondo all’origine della natura umana, visibile nel grande occhio che guarda catene di DNA in successione. La ricerca viene qui approfondita risalendo dal colore al segno e partendo dalle parole scritte ne svela il ritmo. Essa si fa ancora pittura in modo diverso con i tre quadri del 2018: Ritmo sulle parole sottotitolo Se la parola può diventare immagine (Fig.12), El cuerpo – él (Fig.13), e soprattutto n.19 Linea (Fig.14). Nella prima opera che, con il medesimo titolo e con il sottotitolo Urbano (Fig.15) è replicata in un altro spettacolo del 2019 come Performance di movimento e scrittura su musica, l’artista focalizza la sua ricerca sulla linea che diventa scrittura, seguendo il ritmo e la melodia della musica. Il braccio che scrive è il corpo che danza davanti alla superficie della carta posta in verticale su una parete.
Figura 11 – éL -Tempera su carta cm.79×137 – 5 Marzo 2017
Figura 12 – Ritmo sulle parole (Se la parola può diventare immagine) – Tempera su carta cm. 82×150
Performance di parole su musica – Maggio 2018
La tecnica del “Dripping” ritorna invece nei dipinti El cuerpo – él (fig. 13) e Cuando tu fuego (Fig.16). Nel primo dei due dipinti, il corpo, come una grande spatola mescola il colore sul piano orizzontale del supporto cartaceo e completa poi la composizione con un’immagine stilizzata di essere umano tracciato con un pennello, quasi memoria delle antiche pitture rupestri. Nel secondo del 2019 invece, i segni tracciati con il corpo e con pennelli a spugna, sono eleganti grafismi ritmici che compongono in una successione di piani la trama di un ricamo su un preziosissimo tessuto serico, ove le linee e i punti ricordano le legature musicali di uno spartito. Si adattano bene in questa opera le parole dell’artista quando dice: “Alcune performance sono costruite dall’inizio alla fine su suoni e melodie che fanno un “ricamato” sulle note musicali, rimanendo incise sulla tela”. ( Nota 2 )
Figura 13 – El cuerpo, él – Tempera su carta cm.150×170
Spettacolo “El cuerpo, una vida de imágenes” – 09 Settembre 2018
Nota 2 – Da una breve conversazione con l’artista
Un discorso a sé merita invece l’opera dal titolo n.19 Linea (Fig.14), che fu realizzata in un primo tempo senza colori nello spettacolo “El cuerpo, una vida de im imágenes” con il titolo La prima linea nera (Fig.17) e in una successiva replica con i colori e l’intervento live di effetti video. In entrambi i dipinti, citazione/ricordo delle opere futuriste di Giacomo Balla – Dinamismo di un cane al guinzaglio e di Umberto Boccioni – Forme uniche nella continuità dello spazio, le linee sono movimento dinamico su partiture musicali. In particolare in n.19 Linea (Fig.14) le linee nera e rossa scaturiscono dal solo movimento del corpo dell’artista, che attraverso il gioco delle videoproiezioni permette che esse acquistino profondità e volume, muovendosi, accartocciandosi e ripetendosi sulla parete approdando infine a una vera e propria danza che le racchiude nello spazio.
Figura 14 – N°19 Linea – Tempera su carta cm.150×330 – 18 Aprile 2019
Realizzazione video, pubblicazione su youtube
Figura 15 – Ritmo sulle parole – (Urbano) Tempera su carta cm.82×150
Spettacolo “Fuerza y ritmo”
Ritmo sulle parole – Marcela Szurkalo durante la performance – 20 Settembre 2019
È altrettanto presente nelle opere della Szurkalo, il rimando al concetto e alle tematiche dello “Spazialismo” dell’argentino Lucio Fontana enunciate nel suo “Manifiesto Blanco” redatto insieme ai suoi allievi in Argentina nel 1946. Come scrive Gillo Dorfles a proposito del grande artista scomparso: “E’ tuttavia sintomatico notare come già in quel periodo Fontana avvertisse l’urgenza di constatare l’insufficienza del “quadro da cavalletto” e della trita distinzione tra quadro e statua e volesse affermare l’importanza di un’arte capace di protendersi oltre i limiti della tela o della creta per spaziare in dimensioni più vaste ed inesplorate”. (Nota 3)
La gestualità che lega i segni che la Szurkalo imprime sulla superficie si richiama ai contenuti del “Manifesto Blanco” che sono – come scrive ancora Dorfles – “segni capaci di fissare la linea del disegno, la traccia compositiva, con la stessa precisione e lo stesso carattere di improvvisazione della pennellata o del percorso ottenuto direttamente col colore spremuto dal tubetto. (…) Ed è forse questa possibilità di considerare l’opera come “in divenire” come opera aperta”. ( Nota 4 )
Figura 16 – Cuando tu fuego – Tempera su carta cm 150×178 – Aprile 2019
Nota 3 -G.Dorfles, Ultime tendenze dell’Arte oggi, Milano 1973, p.71
Nota 4 -Ivi, p.73
Figura 17 – La prima linea nera – Tempera su carta cm 150×340
Spettacolo “El cuerpo una vida de imágenes” – 09 Settembre 2018
Nelle due altre tempere su carta dai titoli Verde Aruan (fig. 18) e I due volti (Fig.19) entrambi del 2019, la pennellata è sostituita dal gesto che “impasta” la superficie di colore denso, quasi bituminoso assolutamente materico. Nel primo sul fondo costituito dalla mescolanza del verde, del nero e dell’azzurro saettano dei filamenti rosso fuoco, che sprizzano energia accendendo di note vitali la superficie scura. Essi dialogano con una ragnatela di linee nere, contrapponendosi e distinguendosi al tempo stesso come un lampo di luce nel fitto di un bosco. È decisamente ancora un’immagine di danza.
Diverso lo stile dei Due volti (Fig.19) che si propongono nella loro immediatezza per macchie di colore nero gettate sulla carta senza alcuna ricerca formale. Sono memorie riaffiorate di volti amati? Sono misteriose immagini silenziose della propria infanzia? È un’idea di volto che s’ispira direttamente ai contenuti della Teoria della Nascita del noto Psichiatra Massimo Fagioli che l’artista ha avuto modo di conoscere?
Guardandoli ritornano alla mente le splendide parole contenute in uno degli scritti del noto Psichiatra: “La realtà di un’immagine interiore permette a ciascuno di vestirla come vuole, permette alla coscienza di pensarla, vederla, descriverla come vuole. Come se non avesse identità, lascia che ciascun lettore la disegni a suo piacimento in base all’amore che lo muove”.(Nota 5)
Figura 18 – Verde Aruan – Tempera su carta cm.230×150
Performance in spettacolo – Giugno 2019
Nota 5 -M. Fagioli, Bambino donna e trasformazione dell’uomo,1980, L’Asino d’oro edizioni, Roma 2013, p.30
Verde Aruan – Marcela Szurkalo durante la performance – 20 Settembre 2019
Figura 19 – I due volti – Tempera su carta cm.140×100 cadauno
Spettacolo “Urban tango painting” 14 Dicembre 2019
Scaturiscono ancora da lavoro “performativo” la serie di quadri dal titolo suggestivo La rivolta dei fiori (Fig. 20-21), che verranno riproposti dal vivo nello spettacolo “Urban Tango Painting” del 23 Febbraio 2020 e successivamente in una variante in viola (Fig.22) nel Maggio del 2020. La particolarità del titolo è contenuta nelle parole dell’artista che ne spiega il contenuto quando parlandone dice: “ La bellezza che può arrivare soltanto da una rivoluzione culturale e di pensiero”.(nota 6) In queste composizioni, benché più figurative, predomina ancora la linea, modulata sulle varianti del nero e del verde alternata a macchie di colore rosso o viola e giallo. Linee sempre in movimento come eleganti corpi danzanti, linee sottili o più spesse in cui la consistenza materica dell’acrilico ha la resa “acquosa” e morbida dell’acquerello. Filamenti colorati in cui il movimento si fa immagine, l’immagine è linea che evoca un suono, il suono può esprimersi anche nell’armonia dei colori che si cercano, si contrappongono, o come voci emergono dal silenzio del ricordo.
Figura 20 – La rivolta dei fiori – 1 Acrilico su carta Fabriano lavorata a mano cm 77×56 Febbraio 2020 – Coll. privata
Nota 6 – Da una breve conversazione con l’artista
Figura 21 – La rivolta dei fiori – 2 Acrilico su carta Fabriano lavorata a mano cm 77×56 Spettacolo Urban tango painting 23 Febbraio 2020 – Coll. privata
Figura 22 – La rivolta dei fiori – 3 – Acrilico su carta Fabriano lavorata a mano cm 77×56 Maggio 2020
La rivolta dei fiori – Marcela Szurkalo durante la performance. 23 Febbraio 2020
I due lavori successivi dal titolo emblematico I Silenzi (Fig.23) sono stati eseguiti nella primavera del 2020 durante il periodo del lockdown, in completa solitudine per la nota pandemia del Covid 19. Se una realtà esterna può giustificare il titolo di queste due opere, il silenzio è anche quello che accompagna i piccoli segni che compongono l’incontro di linee nere e rosse tracciate con sicurezza sulla carta. Essi veicolano ancora una volta immagini in movimento che ci pongono la domanda, se è la sequenza dei segni che scandisce anche il tempo interno, o se è un’immagine interna in perpetuo movimento che ha bisogno di un alfabeto nuovo per dialogare con gli altri simili e diversi? Ecco nel caso di questi due dipinti di Marcela, c’è la trasformazione della musica in danza, del suono in movimento, del movimento in segno tracciato su una superficie. Forse è il voler fermare i mille infiniti segni della gestualità del corpo in linee su una superficie, come il musicista fa sullo spartito, o il poeta sulla carta. La danza, il linguaggio artistico più effimero che esista, può essere trascritto su una superficie, cercando di renderne la simultaneità degli infiniti gesti in piccoli segni consequenziali.
Figura 22 – I silenzi – Tempera e acrilico su carta cm 150×173
Performance su Youtube – Coll. privata – Aprile-Maggio 2020
I silenzi
Marcela Szurkalo video performance durante il lockdown
Figura 23.bis – dettaglio – I silenzi
Tempera e acrilico su carta cm 150×71
Performance su Youtube – Coll. privata – Aprile-Maggio 2020
È evidente che i dipinti di Marcela danno visibilità a immagini invisibili, si realizzano nel silenzio dinamico del movimento della danza. L’artista infatti traccia con il corpo linee, macchie di colore, segni; fissa come in uno spartito musicale i segni dei gesti e delle azioni, che accompagnano i movimenti del danzatore o della danzatrice. Ha trovato così un suo personalissimo modo di descrivere quello che esprime un corpo, quando riesce a rappresentare nell’armonia della musica la propria espressione artistica e umana.
Il silenzio come anche le pause sono di estrema importanza nell’esecuzione di un brano musicale, ed hanno la stessa importanza del suono. Non ci potrebbe essere musica senza pause, come il parlato senza silenzi. Anche la scelta della musica è fondamentale, come scrive l’autrice: “La musica ti fa muovere dentro e fuori. Nei diversi periodi ho utilizzato alcuni generi musicali come il tango, la musica classica, il jazz o brani scoperti nei film oppure musica “urbana” e moderna di esponenti di diversi paesi del mondo. Altre volte ho fatto registrare il ritmo e la tonalità delle parole di una frase recitata nelle diverse lingue utilizzandola come musica. Altre volte invece ho scritto/dipinto le parole utilizzando il ritmo/durata delle frasi musicali o anche musiche create appositamente con il ritmo del cuore e le percussioni o con i musicisti dal vivo. L’utilizzo dei silenzi e delle pause sono di grande importanza”.(Nota 7)
Il motivo dei fiori torna nuovamente nei due acrilici e tempera su carta dai titoli Tango de tus flores (Fig.24-25) del Maggio – Giugno 2020. Nella performance i piedi della danzatrice disegnano sulla carta la musica di un coinvolgente tango urbano. I due lavori sono un’esplosione di linee e colore che raccontano l’armonia dei suoni in un fluire continuo di passione e movimento vitale. La musica è immagine indefinita, incessante ricerca di continue emozioni come la vita. Come dice lei stessa in un’intervista radiofonica dell’anno precedente: “La danza è vita, perché esprimersi con il corpo è vivere il corpo più tempo possibile. (…) Il nostro ritmo parte dal cuore dall’inizio e questo ritmo ce lo portiamo dentro nelle diverse azioni che facciamo; è un’esigenza, non ne puoi fare a meno. (…) e poi la sincerità del corpo, le sensazioni che provi nel rapporto anche con gli altri è la verità del corpo”.(Nota 8 )
Tango de tus flores
Marcela Szurkalo video performance durante il lockdown,
Nota 7 -Idem
Nota 8 – Intervista a Radio Italia anni ’60, 2 Maggio 2019
Figura 24 – Tango de tus flores
Acrilico e tempera su carta cm 148×82
Ciclo di performance – Il colore e le linee che nascono dal corpo – Maggio-Giugno 2020
Figura 23 – Tango de tus flores 2
Acrilico e tempera su carta cm 148×82
Ciclo di performance – Il colore e le linee che nascono dal corpo – Maggio-Giugno 2020
Negli ultimi lavori in acrilico e tempera su carta dipinti nell’estate del 2020, Cuando tu línea (Fig.26), Cuando tu línea y mi línea (Fig.27) e Mar (Fig.28) l’artista lascia al solo pennello l’esecuzione. Quello che colpisce a un primo sguardo è come il movimento della mano abbia la precisione di un compasso nelle curve tracciate da piccoli segni colorati che disegnano, scrivono, descrivono e circoscrivono lo spazio bianco della carta. Emerge in queste sue ultime opere una forma aperta creata da un continuum di piccoli segni colorati, lettere di un alfabeto sconosciuto, o il volo libero di uccelli in un cielo limpido. Linea spezzettata come un insieme di sensazioni forse legate a un primo anno di vita in cui non c’è definizione cosciente di un’immagine ma un’armonia di suoni, silenzi, ombre e luci che disegnano il nostro sentire libero e affettivo non ancora coartato da linee chiuse e rigide.
Figura 25 – Cuando tu linea – Tempera e acrilico su carta cm 150×120 Agosto 2020
Figura 26 – Cuando tu linea y mi linea – Tempera e acrilico su carta cm. 150×140 Agosto 2020
Figura 27 – Mar – Acrilico e tempera su carta cm.150×140 settembre 2020
In definitiva è chiaro che l’originalità della Szurkalo non è solo l’aver fatto propria la dinamica del “Movimento Spazialista”, o la riproposizione dell’usata tecnica del “Dripping” cifra storica dell’Action Painting, né le istanze della grande stagione del ”Arte concettuale” interpretata dall’altra grande pittrice argentina Marta Inés Minujin, ma quella di aver tradotto con un linguaggio originalissimo in cui sono confluite espressioni artistiche diverse dalla danza alla musica, al canto, all’arte figurativa la manifestazione della propria identità artistica ricca di affetti e di passione.
Linea e colore, ritmo e danza, voce e musica, movimento e spazio sono per Marcela comunicazione e coinvolgimento “Verso l’altro”, in una dimensione umana la più ampia possibile della propria realtà artistica.
Nota 9 – Da una breve conversazione con l’artista
Cecilia Spetia
Storica e Critica d’ArteCecilia Spetia si è laureata nel 1984 in Lettere e Filosofia con indirizzo in Storia dell’Arte Moderna presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza” e si è specializzata in Storia dell’Arte nel 1987 presso l’Università degli Studi di Urbino. Ha lavorato fino al 2018 presso la Sovrintendenza ai Beni Culturali del Comune di Roma come Curatore Storico dell’Arte, collaborando nell’ambito del proprio lavoro con Università, Enti e Istituzioni Culturali Italiane e Straniere anche con pubblicazioni scientifiche. Dal 2006 cura presentazioni critiche di artisti contemporanei per mostre ed eventi espositivi.
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